Nel primo articolo di questa serie sull’Energy Sharing ho spiegato come un condominio possa ridurre o addirittura azzerare la propria bolletta dell’energia elettrica investendo nella condivisione energetica ad esempio attraverso una cooperativa energetica. Vi invito a leggere la prima parte prima di proseguire con questa seconda parte dell’articolo.

Il meccanismo della condivisione energetica si presta molto bene anche per finanziare gli interventi di efficienza energetica con lo scopo di ridurre i consumi di energia elettrica e calore da parte del condominio e dei suoi singoli appartamenti.

Molti interventi di efficienza energetica sono molto convenienti a livello economico perché fanno risparmiare molto più denaro di quanto costano. Ad esempio un condominio di 15 appartamenti decide di sostituire tutte le luci delle zone condivise (scale, garage, cantine, zone esterne) con lampadine LED ad alta efficienza e investe 1.000 €, pari a 66 € a famiglia.

L’anno successivo ci si accorge che la bolletta elettrica è diminuita di 300 € all’anno proprio grazie a questo intervento. Ciò vuol dire che in poco più di tre anni l’investimento si è ripagato completamente ma le lampadine possono durare almeno dieci anni prima di essere sostituite per cui si tratta di un investimento con un rendimento del 27%. Se conoscete una forma legale di investimento del proprio denaro più redditizia di questa vi prego di comunicarmela.

Ho usato personalmente questo tipo di argomentazioni per convincere l’assemblea del condominio dove abitano i miei genitori a sostituire le vecchie lampadine ad incandescenza e gli obsoleti tubi fluorescenti con luci LED. Oltre ai vantaggi di tipo economico si può ottenere una luce di qualità migliore e si hanno meno disagi perché le luci si fulminano molto meno spesso per cui non bisogna continuamente salire su una scala ed esporsi al pericolo di caduta per cambiare le lampadine.

Nonostante tutti questi benefici, anche un piccolo intervento di efficienza energetica può essere bocciato dall’assemblea di condominio se la maggioranza dei proprietari non ha la disponibilità economica immediata per eseguire questo investimento quando magari ci sono altre spese di emergenza da approvare. A maggior ragione ci si scontra con questo problema economico quando si propongono interventi di efficienza energetica dal costo iniziale elevato come ad esempio isolare meglio il tetto o sostituire la caldaia.

Chiaramente esiste la possibilità di chiedere il denaro alla banca per finanziare l’investimento, ma molte persone sono giustamente prudenti e se possibile evitano di prendere denaro in prestito, a maggior ragione per finanziare un investimento che riguarda il condominio e non la propria abitazione.

L’Energy Sharing offre allora una soluzione elegante e conveniente per superare questo problema: se un intervento di efficienza energetica è effettivamente redditizio a livello economico, una cooperativa energetica come quella di cui sono socio è disposta ad investire il capitale necessario per compiere la parte di investimento che una parte dei proprietari del condominio non è disposto a fare. Un esempio numerico rende più chiaro come funziona questo meccanismo secondo noi rivoluzionario.

Ipotizziamo che un condominio stia valutando di rifare la facciata ormai rovinata. L’architetto propone di approfittare dell’occasione che si interviene comunque sui muri e si monta un ponteggio per migliorare l’isolamento dell’edificio attraverso il cosiddetto “cappotto”. L’investimento aggiuntivo sarebbe di 20.000 € per tutto il condominio e porterebbe ad un risparmio di circa 2.000 € all’anno per 15 anni. Una buona parte di questo risparmio è dato dagli sconti fiscali offerti dal governo per questo tipo di interventi che hanno il doppio vantaggio di fare bene all’ambiente, al portafoglio delle famiglie e creano tanti posti di lavoro.

Un investimento del genere avrebbe un rendimento finanziario del 5,5% che è ottimo di questi tempi dove i tassi di mercato sono vicini allo zero. Metà dei proprietari sarebbe così disposta ad investire per risparmiare denaro ed avere un maggior comfort perché il calore sarebbe meglio distribuito all’interno della casa e non ci sarebbero più singole pareti fredde che danno sull’esterno dell’edificio. Il problema è che l’altra metà dei proprietari non vuole spendere questo denaro in più e quindi l’intervento rischia di saltare.

I proprietari che hanno denaro disponibile chiamano allora in aiuto una cooperativa come la nostra che valuta l’investimento e conferma in questo caso che i calcoli dell’architetto sono attendibili per cui è disposta a compiere l’investimento al posto del condominio a queste condizioni: la cooperativa prende in carico la bolletta del riscaldamento e i proprietari che non vogliono investire semplicemente danno il via libera all’intervento senza dover tirare fuori un euro in più e continuano a pagare la loro bolletta condominiale come prima della ristrutturazione in proporzione a quanto registrato dai conta calorie sui termosifoni. Pur senza investire nel cappotto, questi proprietari ne beneficiano comunque perché il loro appartamento aumenta di valore in quanto più efficiente ed è pure più confortevole da abitare. Gli altri condomini invece potranno investire complessivamente 10.000 € o più nella cooperativa con la garanzia di un rendimento che a seconda del rischio potrà essere del 3-4-5%. Con tale rendimento i proprietari potranno pagare per 15 anni parte della bolletta condominiale e avranno pure tutti gli altri benefici cioè l’aumento di valore del loro appartamento e il maggior comfort. Infine tutti i risparmi di calore negli anni successivi ai primi 15 anni andranno a completo vantaggio del condominio stesso.

Anche la cooperativa ottiene un piccolo guadagno perché l’effettiva bolletta del condominio si è ridotta, ma una parte dei condomini continua a pagare una cifra leggermente più elevata visto che non ha contribuito all’investimento. Questo rendimento serve a remunerare i soci della cooperativa che non abitano in quel condominio ma hanno contribuito all’investimento attraverso la cooperativa.

In conclusione tutti ci guadagnano senza essere forzati ad investire e viene approvato senza lunghe discussioni un progetto valido di risparmio energetico che altrimenti sarebbe stato bocciato.

Nella terza parte di questa serie di articoli sull’Energy Sharing parleremo di fotovoltaico condominiale.